Monte, l’opposizione salva il Pd

SIENA — Alle sette di sera, dopo nove-ore-nove di «dibbattito», quando ancora la mozione spacca-Pd non è stata votata, tutti stanno in piedi, svegli e diritti come fusi. Non un accenno di sbadiglio, neanche un minimo segno di distrazione. La discussione, che era iniziata alle nove e mezzo di mattina, avrebbe steso chiunque. Eppure tutti i consiglieri sono vigili e attenti. D’altronde è roba seria, questa del Monte dei Paschi. Per la prima volta da settimane dopo essersi mandati a quel paese su internet e giornali, i 6 consiglieri del Pd che fanno capo ai fratelli Monaci possono scazzottarsi con il resto del partito nella sala del Consiglio. A colpi di voti, finalmente. Oltre alla mozione firmata dalla maggioranza e da Sandro Senni dell’ex Nuovo Polo per Siena (da ieri a tutti gli effetti Udc), si è aggiunto anche un ordine del giorno, sottoscritto dai sei consiglieri monaciani (laddove per Monaci si intendono i fratelli Alfredo, nella foto piccola, e Alberto).
Se la maggioranza, o meglio il sindaco Franco Ceccuzzi (foto grande), chiedeva «discontinuità» alla Fondazione, i sei consiglieri sembrano spingersi oltre e vogliono il ricambio totale della Deputazione amministratrice nonché «significativi tagli» ai compensi degli amministratori, sia ai membri del Cda che a chi sta negli organi della Fondazione. Come a dire: se a noi non è toccato nulla, almeno a voi tocchi molto meno. La rappresaglia dopo le nomine del Monte, insomma, è partita.
Alla fine della serata arriva il voto, dopo ore di dibattito in cui si è parlato di finanza, di economia, di senesità, di mercati, di quotazioni, di sportelli, di Banca Antonveneta, di Mediobanca, di Pd. Insomma, dopo ore di storia recente e passata della Banca, citazioni di Platone, Aristotele, detti e proverbi il Consiglio si pronuncia. Dal Pdl (cui manca l’ex candidato Alessandro Nannini, strategicamente assente) lanciano accuse alla nuova dirigenza di Mps: Profumo e Viola sono paracadutati da Roma, li ha scelti il Pd nazionale. Il sindaco Franco Ceccuzzi replica con divertito cazzutismo: «Nessuno ci impone mai nulla».
Insieme ai due documenti di maggioranza e Pd ci sono altre mozioni, presentate dalla sinistra, dal Pdl e dalle liste civiche: non ne passa una, sono tutte aperitivi da inghiottire in vista del boccone grosso da digerire. E finisce così, con tre consiglieri dell’opposizione che salvano la maggioranza, e parte del Pd che vota contro il Pd. L’ordine del giorno presentato dai «monaciani» non passa: bocciato con 22 voti contrari e 8 favorevoli. I sei consiglieri frondisti però hanno guadagnato il voto del compagno di gruppo Giancarlo Meacci e di Francesca Mugnaini, consigliera uscita dal gruppo dei Riformisti e passata al misto. Tocca alla mozione della maggioranza, firmata anche dai centristi di Casini: il leader dei dissidenti del Pd, Gianfranco Ranieri, annuncia che non la voterà. Motivo: «Il sindaco l’ha definita mozione di maggioranza, vuol dire che l’Udc è entrato nella maggioranza. Non ne ero a conoscenza, e questo non mi consente di votarla. Non si è lavorato per l’unità — dice Ranieri a nome degli altri consiglieri con il maldipancia — ma per cercare una maggioranza a geometria variabile». Ribatte il capogruppo Massimo Bianchi: «Non voglio pensare che questa iniziativa sia collegata alle liste elaborate dalla Fondazione sul Cda della banca…». Via alle votazioni.
L’ex candidato terzopolista Gabriele Corradi vota insieme ai Democratici e agli altri. «Io mi sono avvicinato – dice Corradi – qualcuno s’è allontanato, e questo mi dispiace». Ma non c’è solo Corradi a dare ossigeno a Ceccuzzi & co. dai banchi dell’opposizione: anche il consigliere Enzo De Risi, che alle elezioni faceva parte della stessa coalizione di Corradi, vota a favore della mozione. Quindi, ricapitolando: Corradi, De Risi e Senni (che l’aveva persino sottoscritta) salvano la maggioranza. Dall’altra parte invece, oltre ai sei consiglieri dissidenti, nel frattempo diventati sette con l’aggiunta di Meacci, ci sono 5 voti del Pdl, e altri 2 dei consiglieri d’opposizione Marco Falorni e Laura Vigni. Finisce 17 a 15, la mozione è approvata, ma per il sindaco è un colpo che si fa sentire. E l’Udc? Sempre più vicino a Ceccuzzi. «Mi auguro — dice Senni — che ci siano nuove occasioni in cui una convergenza mi permetta di dare un contributo alla maggioranza…». Effetto Monti anche a Siena?

David Allegranti

dal CORRIERE FIORENTINO, 4/4/2012

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